ANNUAL #1
CAPITOLO 3
Di Fabio
Volino & Carlo Monni
Dedicato
ai creatori di un sogno leggendario: Joe Simon & Jack Kirby
1.
Albany,
capitale dello Stato di New York.
-Muori, Capitan
America!- grida Mr. Hyde, ma il suo pugno va ad impattare contro lo scudo
dell'eroe.
-Muori, Capitan America?- esclama Jeff Mace -Dico, da quanto sei nel giro? Un
decennio? E te ne esci fuori con una minaccia così scontata?-. Mr. Hyde sferra
un altro pugno, ma Cap si china e lo evita. -Insomma, Zabo, sei uno psichiatra:
dovresti dire cose più intelligenti di queste.-
Con
un urlo inumano il criminale allunga una mano per afferrare la gola di Jeff
Mace, che però si ritrae al sicuro. Non si aspettava di trovare qui l'eroe a
stelle e strisce: era stato assoldato da Morgan perché uccidesse il senatore
Wilson, che con le sue politiche sociali per Harlem stava mettendo in
difficoltà il suo controllo del territorio. Sembrava un compito facile. Non
importa, lo porterà comunque a compimento.
Altri due pugni da parte di Hyde, lo scudo di Cap ancora resiste. “Non può
continuare così per sempre” pensa l'eroe “Lui è molto più forte di me e se non
interviene qualcuno… Ah, eccolo.”
Planando
dall'alto, un falco si posa sul volto di Mr. Hyde e becca la zona tra i suoi
occhi. Gridando di dolore, il criminale prova ad afferrarlo, ma il falco si è
già messo al sicuro. Cap approfitta di questo attimo di distrazione di Zabo:
balza in avanti e lo centra al volto col suo scudo, a cui segue immediatamente
un calcio a piedi uniti allo stomaco. Nello stesso momento un'altra figura
volante giunge sulla scena e sferra un altro pugno a Mr. Hyde. Jeff Mace
incalza i suoi attacchi, stando bene attento a non sforzare troppo le sue mani.
Alla fine, privo di una vera strategia difensiva e preda di tanti troppi colpi,
Calvin Zabo crolla miseramente al tappeto.
-Falcon,
secondo te è più forte lui o il Controllore?- chiede Jeff.
-Sicuramente
Hyde.- risponde Sam Wilson richiamando a sé Redwing.
-Allora
sto decisamente migliorando.-
Cap
non può fare a meno di notare il volto incupito del suo amico: hanno avuto un
colloquio poco meno di un'ora fa, non è stato decisamente amichevole. L'eroe
vorrebbe aiutare Sam in qualche modo, ma non ha idea di come. A volte nemmeno
il siero del supersoldato può dare tutte le risposte.
L’arrivo
della Polizia interrompe le riflessioni della Sentinella della Libertà. Dopo
pochi minuti Hyde è solidamente incatenato e portato via su un furgone speciale
fornito dal F.B.S.A.[1] Cap
si siede sui gradini del Campidoglio.[2]
-Ho
bisogno di un po’ di riposo adesso.- dice, poi si rivolge a Falcon –Hai pensato
a quello che ci siamo detti prima?-
-Si
può dire che non ho pensato ad altro in questi giorni.- replica Sam Wilson –Per
quante cose faccia, alla fine torno a rivedere gli ultimi istanti di vita di
Susan Ryker.-
-Non
saresti umano se non fosse così, eppure… credi davvero che farti distruggere
dai sensi di colpa sia la scelta giusta? Hai molto da dare alla gente sia come
Falcon che come Sam Wilson, se ti
arrendi che ne sarà di quello per cui ti sei battuto?-
Falcon fa una smorfia indecifrabile:
-Il
Reverendo Garcia mi ha detto qualcosa di molto simile l’altro giorno.-[3]
dice infine.
-Bene,
forse dovresti provare a dargli retta.-
-Forse…
forse lo farò.-
-Dovresti,
Io ho imparato a conoscerti Falcon… Sam e so che qualunque cosa tu abbia fatto, hai fatto quel
che ritenevi giusto. Non hai ucciso Susan Ryker. Era da molto tempo che la sua
vita era nelle mani di forze più grandi di lei… e di noi. La decisione che tu
hai preso non è molto diversa da quella che prendono decine di medici ogni
giorno in tutta
-Parli
come un dannato avvocato.-
-Colpa
di mia sorella, temo. -Ascolta Sam… voglio che tu sappia che qualunque cosa tu
decida di fare, io ti sosterrò fino in fondo.-
-Grazie,
Cap… vuol dire molto per me.-
Si
potrebbero forse aggiungere molte cose, ma il suono della communicard di Cap le
blocca. C'è Visione in collegamento: non è il tipo da apparire preoccupato,
eppure il suo tono tradisce come un senso di… ansia.
<<Venite
subito al Palazzo.>> esorta <<Ho qualcosa di importante da
comunicarvi.>>
Il tono delle parole dell’androide
preoccupa Cap. Come se non bastassero gli ordinari guai in cui si trovano di
solito, Una nuova minaccia ci voleva
come un mal di denti. Essere un Vendicatore significa avere pochi momenti di
pace, purtroppo. Si rivolge a Falcon:
-Vieni
anche tu, giusto?-
-Certo.-
replica con decisione l’altro -Per quanti dubbi personali possa avere, non ho
intenzione di sottrarmi ai miei doveri, non è questo che ti ho insegnato forse?-
-Ed
è proprio quello che speravo di sentirti dire… socio.-
Quasi immediatamente dopo un portale trasporta Capitan America e Falcon nella Grande Mela.
Falls Church, Virginia. Casa
di Elizabeth Mace.
“Questo
è il sogno della mia vita” pensa Lizzie ammirando il fisico scultoreo di Martin
Luther King Mitchell, suo attuale compagno. Anche se in questo momento dorme e
le dà le spalle per lei non è un problema, il panorama è decisamente
interessante. -Se penso ancora un po' al sesso, divento davvero cieca.-
ironizza a bassa voce.
Si
alza dal letto: per la prima volta da molto tempo dà una attenta occhiata al
suo corpo, prima non lo faceva perché… non ne sentiva il bisogno. Era più un
soldato che una donna: ora cerca di compensare questi due lati della sua
personalità. Due… sarebbe meglio dire tre, c'è da considerare anche la
supereroina.
”Vediamo
di riepilogare” pensa la donna “Prima ero solo un ufficiale dei Marines, un
bravo ufficiale ed un ottimo avvocato
ammettiamolo. E non ero felice, per varie ragioni. Poi attraverso un’odissea
angosciante per ritrovare mia sorella, ho accettato parte dell'eredità della
mia famiglia: sono diventata American Dream, l'incarnazione del sogno
americano. La sorella povera di Capitan America? Beh, sua sorella di certo lo sono.
E non ero felice, fondamentalmente per una ragione che non riuscivo a capire.
Ora sì, ora l'ho capito: mi mancava la realizzazione come donna. Soprattutto,
inutile nasconderlo, dal punto di vista sessuale. Da quanto ero in astinenza,
due anni? E non perché non avessi avuto le mie occasioni, tutt’altro:
semplicemente perché non mi sentivo a posto con me stessa. E adesso? Sono
felice, dopotutto ho raggiunto il massimo sia come ufficiale che come donna, che come supereroina. Mi sono sempre
piaciute le sfide ed ora ne ho molte davanti a me: la mia promozione a
maggiore, il mio nuovo incarico segreto alla D.I.A.[4]
di cui nemmeno Marty sa nulla, la mia
attività come American Dream e... poi c’è Marty, per non parlare di quel
colonnello Mike Rossi, è un tipo niente male e… attenta ragazza certe fantasie
possono essere pericolose, specie adesso, con una relazione appena iniziata e
così soddisfacente, per giunta. Mio fratello mi
ha detto di cominciare a preoccuparmi perché quando le cose iniziano ad andare
bene, poi rapidamente precipitano. Però chi se ne frega, io mi godo il momento
attuale.”
Le
riflessioni di Elizabeth vengono interrotte dalla vibrazione del suo cellulare.
Con discrezione si reca in un'altra stanza e risponde:
-Sì?-.
<<Liz?>>
Questa
voce, non si aspettava di risentirla così presto. Troppo presto.
-Franklin?-.
<<Già, proprio io. Mi hanno raccontato di come mi hai salvato da… da quei
mostri che hanno invaso la mia città. Non so come ringraziarti.>>
È
accaduto poco tempo fa, in una cittadina di nome Clairton, infestata da degli
alieni malvagi. Franklin era stato il primo ad intuire la verità, ma tutti lo
credevano pazzo: Liz, nei panni di American Dream, lo ha salvato e messo in
nuova luce di fronte alle autorità militari.[5]
-Oh, non ho fatto
nulla di particolare-. “Sì, Liz, spesso dovrai mentire per salvaguardare la
tua identità segreta. Non sarà una bella sensazione”. Jeff, non ti sopporto
quando hai ragione.
<<Sono ancora
in un ospedale militare, ma dovrei essere dimesso al più presto. Non verrà
presa alcuna azione contro di me da parte delle autorità militari, hanno capito
cosa ho passato.>>
-Sono felice per te-.
Non c'è traccia di felicità nella sua voce.
<<Mi verrai a
trovare quando uscirò?>>
Franklin
è stato innamorato di lei. Probabilmente lo è ancora. E lei? Le sembra che la
loro storia appartenga ad un remoto passato. Perché era finita? Chi dei due
aveva fatto più male all’altro? Chi può più dirlo? Maledizione, non aveva
proprio bisogno di ripensarci.
-Se posso lo farò. Ma
non posso promettertelo.- risponde alla fine.
Parlano per alcuni minuti, anche se Lizzie dimentica quello che si sono detti pochi secondi dopo. Dentro si sente uno schifo e non sa perché. “Forse dovrei togliermi queste borse da sotto gli occhi.” pensa per cambiare argomento.
Palazzo
dei Vendicatori.
Visione
chiude il collegamento con Gamora e si rivolge a Capitan America e Falcon:
-Si
tratta di una invasione aliena. Da parte degli Z'Nox.-
-Un
nome che non mi dice niente- afferma Cap.
-Hanno
attaccato
-C'è
forse un motivo particolare per questo?- chiede Sam Wilson.
-Se
c'è devo ancora trovarlo. Ora rimanete qui mentre mi metto in contatto con
tutti i Vendicatori disponibili.-
In
pochi minuti gli Z'Nox arrivano sulla Terra ed incontrano le prime sacche di
resistenza. Viz ritorna, la preoccupazione dipinta sul suo volto.
-Capitan
America, sai dove si trova Sersi?-
-Jarvis
mi ha detto che è uscita con Vagabond e Sams... oh no!-
-Non
riesco a rintracciare nessuno di loro. Prendi con te Falcon e valla a cercare
prima che sia troppo tardi.-
2.
Londra,
Capitale del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
Il Diogenes’Club è un’istituzione
molto peculiare della capitale britannica. Dentro le sue mura austere sono
passati personaggi singolari e talvolta vi sono state decisi i destini stessi
delle nazioni.
Da oltre 50 anni è la sede segreta
di un’organizzazione che ufficialmente
non esiste: coloro che ne fanno parte o
vi sono associati la chiamano Battaglione V. Raccoglie gli ex eroi di quella che qualcuno chiama l’Età d’Oro degli
avventurieri mascherati ed i loro discendenti. Tra coloro che la guidano c’è un uomo molto anziano, malato, ma
dalla volontà indomabile: Sir Roger Aubrey. Quando era molto più giovane, per
tre anni ha giocato con la morte sfidando i nazisti nella loro stessa patria e
ne è sempre uscito senza un graffio, non ha certo intenzione di cedere adesso
di fronte a degli alieni
Nello studio messogli a disposizione
dal club comunica con tutti i suoi agenti sparsi per il mondo tramite un
sofisticato sistema satellitare che rimanda immagini e suoni ad una schiera di monitor
-Allora,
Nuklo come sta andando nella tua zona?-
<<Posso
facilmente fermare le astronavi con i mie poteri atomici, Sir Aubrey…>>
replica Robert Frank Jr. <<… ma non senza ucciderne quasi sicuramente gli
occupanti.>>
-Questa
è una guerra figliolo.-replica Aubrey –Ed in guerra o si uccide o si viene
uccisi.-
<<Lo
so, ma non sono sicuro che mi piaccia.>>
-E
guai se ti piacesse, Robert, tuttavia non c’è scelta: tu ed i tuoi compagni del
Commando V dovete fare quel che è necessario.-
Sembra un atteggiamento così cinico,
chissà che ne penserebbe Brian Falsworth se fosse qui? Ma Brian è morto da decenni
ormai ed è inutile stare chiedersi che avrebbe fatto al suo posto.
Falls Church, Virginia.
Lizzie
ha spento
-È
in momenti come questi che mi piacerebbe possedere dei superpoteri come i miei
cugini.- commenta Martin Mitchell.[6]
-E
credi che saresti utile contro delle astronavi munite di armi che fanno
sembrare le nostre armi migliori come clave al confronto?- replica Lizzie.
-Non
lo so.- Liz.- ammette Martin -Ma i nostri nonni non si facevano di queste
domande quando combattevano i nazisti, facevano solo quello che era giusto.-
“Uno a zero per te, Marty”, pensa
Lizzie, “hai risposto ai miei dubbi in maniera molto efficace Pare proprio che dovrò fare qualcosa”.
Il Cellulare squilla di nuovo e non
appena Lizzie vede di chi si tratta fa una smorfia.
<<Buongiorno
Maggiore Mace.>> la saluta dal display video il colonnello Michael Rossi
<<Immagino che sappia già dell’invasione. Anche se non ha visto il TG le
basta alzare il naso al cielo.>>
-Infatti,
è così.- risponde Lizzie.
<<Come
al solito ci siamo fatti prendere di sorpresa. Questo dimostra che avevo
ragione sulla task force che abbiamo istituito. Beh è tardi per piangere sul
latte versato. Volevo assicurarmi che fosse in gamba e pronta a reagire.
Dobbiamo fare tutti la nostra parte con quello che abbiamo a disposizione. Io
da parte mia salterò sul primo caccia disponibile per questo vecchio pilota.
Lei faccia quel che sa fare meglio.>>
Ancora una volta Lizzie si chiede se
Rossi non volesse alludere alla sua doppia vita come American Dream, ma come
potrebbe saperlo? “Cavoli sono una supereroina da meno di un mese e già sono
paranoica, andiamo bene.”
Ripone il cellulare e pensa a come
trovare un pretesto per andarsene. Certo, potrebbe dire a Martin la verità:
anche lui fa parte del Battaglione, dopotutto, ma non è ancora pronta, non
adesso. Inventerà qualcosa e poi… American Dream farà la sua parte contro gli
invasori.
Manhattan, New
York.
L’uomo
ha i capelli biondi e gli occhi azzurri e penetranti ed in realtà non è un
uomo, ma un avanzatissimo androide costruito a perfetta imitazione dell’uomo,
il primo della sua specie. Ha due nomi: il primo glielo ha dato il suo creatore
o forse una folla di giornalisti, il secondo se lo è dato da se ed è quello che
preferisce usare. Al momento indossa una
tuta non dissimile da quella usata dai Fantastici Quattro, solo che ha
colletto, polsini e cintura color oro, la fibbia è una T fiammeggiante. Il suo
luogo di osservazione è la terrazza panoramica dell’Oracle Building, dove viene
raggiunto da una figura alta e muscolosa che indossa solo un costume da bagno
verde.
-Vedo
che sei pronto a combattere, Namor.- dice al nuovo venuto.
-Proprio
come te, vecchio amico.- gli risponde Namor McKenzie, ex sovrano di Atlantide e
Presidente della Oracle –Anche tu vuoi fare la tua parte contro l’invasione,
non è vero Jim? O devo chiamarti Torcia Umana in questo caso?-
Jim Hammond,
-I
nomi contano poco.- risponde –Conta quel che possiamo fare e non so quanto potremo essere utili in questa circostanza.-
-Molto
o poco, non m’importa: io non lascerò che il mio mondo venga devastato senza
reagire. Non l’ho mai fatto, né mai lo faro.-
-Ah,
vecchio faccia di pesce gli anni non ti hanno cambiato affatto ed è un bene.
Forse io e te siamo vecchi relitti di un’epoca sorpassata, ma che io sia
dannato se non farò come te. Sei pronto?
-Al
tuo fianco, testa di fiammifero? Perché no?-
Colui che gli uomini chiamano Sub
Mariner salta nel vuoto sorretto dalle alucce che ha ai piedi,
contemporaneamente sente il forte calore alle sue spalle e sorride.
3.
Queens, New York.
Una
situazione veramente angosciante per Priscilla Lyons, sente su di sé un peso
troppo grande. Respingere quest'invasione aliena… già questo di per sé è
tremendo, ha già rischiato di morire. Se non fosse intervenuta Sersi…
Ecco,
è Sersi l'altro problema. Per ora pare essere in sé, ma a Vagabond sembra che
sia una bomba pronta ad esplodere, una bomba che potrebbe causare danni
devastanti. Vorrebbe che Samson fosse con lei adesso, ma si è perso nel corso
del primo attacco degli alieni.
Eccoli
che ritornano, uno la prende di mira. Non ha armi con sé, vuole un confronto
fisico, è sicuro della sua vittoria.
-Deludiamolo.- pensa l'eroina.
L'alieno
sferra un pugno, Vagabond lo para. Un gran dolore si propaga lungo il suo
braccio. Si distacca per qualche secondo dal suo contendente tirandogli un
violento calcio allo stomaco, ma l'alieno ha una notevole resistenza. Si
aggrappa ad un fianco del costume di Vagabond e lo strappa: nel vedere la pelle
scoperta prova ad azzannarla in un impeto di insolito cannibalismo. Ancora
Priscilla si ritrae, poi con un balzo in avanti colpisce a piedi uniti lo Z'Nox
al volto. Stavolta sembra che abbia sentito il colpo. Infine arriva Sersi: con
due pugni l'alieno è a terra. Lo stesso destino subito dagli altri suoi
compagni.
-Notevole.-
commenta Vagabond con tono incerto.
-Sei
ferita?- chiede l'eterna.
Priscilla
nota il suo fianco: a quanto pare i denti dell'alieno l'hanno sfiorata.
Tuttavia non pare nulla di grave.
-Sì, ma posso resistere.-
-No,
voglio che tu ti faccia vedere subito da un dottore.-
-Ma…-.
-Niente ma, andiamo.-
Una
bomba pronta ad esplodere.
Poco
lontano da lì.
Capitan
America e Falcon sono alla ricerca di Sersi quando si imbattono in un relitto
di un'astronave degli Z'Nox. Al suo interno notano una figura familiare
-Dottor
Samson.- chiama Sam Wilson -Dottore, mi sente?-.
Lentamente
lo psichiatra riprende i sensi. -Sì, sì, ora sto bene. C'è stato un attacco
e…-.
-Sì, ne siamo a conoscenza.- lo interrompe Jeff Mace -Dove sono Sersi e
Vagabond? Erano sotto la sua tutela.-
Samson
si guarda intorno come se questo potesse riportare indietro le due donne.
-Devono
essere qui vicino, da qualche parte: non è passato tanto tempo dall'attacco-.
-Propongo
di dividerci allora e…-.
Il
suggerimento di Capitan America viene vanificato quando un manipolo di Z'Nox
piomba sulle strade. Ma insieme a loro giunge anche un altro inatteso
visitatore: un essere imponente, che porta con sé un'ascia altrettanto
imponente. Un'ascia insanguinata.
-Niente
più vittime innocenti!- grida Bloodaxe iniziando ad agitare la sua arma.
È
come se una tremenda ira divina si manifestasse nel vederlo combattere: gli
Z'Nox provano in qualche modo a ribattere, ma sono impauriti di fronte alla sua
presenza. E così in pochi secondi, e senza che gli eroi abbiano potuto fare
qualcosa, gli alieni sono stati tutti uccisi. In modo orribile.
-Falcon,
tu hai capito chi è, vero?- esclama Cap.
-Purtroppo
sì: temo non sia alla nostra portata.-
Nel
sentire queste voci, Bloodaxe si volta.
-Vi
riconosco: siete i compagni di squadra del mio avversario, Thunderstrike. Non
osate mettervi contro di me, sarebbe estremamente sconsigliabile.-
-Ha
ragione- annuisce Falcon -È inutile…-
-No,
non è così!- lo zittisce Jeff -Sei stato il mio mentore, dannazione, e la prima
cosa che mi hai insegnato è che non bisogna mai arrendersi. Mai. Soprattutto di
fronte alle grandi avversità. So che stai passando un brutto periodo, amico
mio. Forse non posso capire ciò che stai provando, ma so per certo che non è da
te rinunciare in questo modo. Purtroppo tutti abbiamo i nostri momenti
difficili: e quello che ci rende speciali è il fatto che riusciamo a superarli
e ad imparare da essi.-
Cala
il silenzio, che viene interrotto da Bloodaxe.
-Oh,
veramente commovente questo discorso. Però sono tutte parole vuote, Capitano:
pensi davvero di ispirare qualcuno con quel costume?-.
-Tu
stai zitto!- lo interrompe Falcon -Lui è di ispirazione a molti ragazzi, che ha
salvato dalla droga e dalla malavita. Ragazzi che ora vanno a scuola oppure
conducono un onesto lavoro. Tu invece? Sei solo un assassino. E... sì, Cap, hai
ragione: non possiamo lasciarlo andare via così. E ti ringrazio per avermi
ridato la speranza. Forza, mostriamogli cosa significa essere Vendicatori! Doc,
lei è con noi?-.
-Assolutamente.-
annuisce lo psichiatra.
I
tre eroi partono all'unisono all'attacco. A Bloodaxe basterebbe alzarsi in
volo: possiede una notevole velocità e Falcon non sarebbe in grado di
inseguirlo. Ma non è da lui fuggire, comportarsi da codardo. Perché non
vogliono capire che lui sta solo proteggendo della gente innocente? Che questo
inutile scontro non farà altro che facilitare l'invasione degli Z'Nox, che
hanno ora campo libero?
Doc
Samson compie un balzo e centra Bloodaxe al volto con un calcio. Quasi
contemporaneamente Redwing e Falcon si lanciano a capofitto contro il petto
dello spietato vigilante. In conclusione, Capitan America compie un tuffo in
avanti ed a piedi uniti centra il ginocchio destro del nemico di Thunderstrike.
Colpi potenti, colpi devastanti... che però Bloodaxe non ha minimamente
sentito. Agita perciò la sua ascia, costringendo Sam Wilson e Leonard Samson a
ritrarsi. Poi la cala, ma la sua arma va ad impattare contro lo scudo di Jeff
Mace. Il quale approfitta di un attimo di distrazione del vigilante e, come
aveva fatto con Mr. Hyde, inizia ad usare il suo scudo come arma, colpendo
Bloodaxe in più punti del suo corpo. Altri colpi potenti, che Bloodaxe non
avverte. In aiuto di Cap vanno Samson e Falcon ed in pochi secondi Bloodaxe
pare come sommerso da loro: il numero di pugni e calci che subisce è notevole,
incalcolabile. Non gli provocano il minimo dolore. E con una semplice manata
allontana da sé i tre eroi. Che però non si arrendono: si rialzano e ripartono
all'attacco.
-Ora
basta!- grida il vigilante.
Colpendo
il suolo con la sua ascia, crea una potentissima onda d'urto che scaraventa
indietro i tre di svariati metri. Poi volta loro le spalle.
-Dannati
supereroi ipocriti, ora capisco perché queste invasioni di massa avvengono di
continuo. Perché voi le permettete, perché non andate alla radice del problema.
Io intendo farlo-.
-Mai,
assassino!-.
Con
tutta la forza che gli è rimasta, Cap lancia il suo scudo contro il retro del
ginocchio di Bloodaxe. L'impatto fa piegare l'arto del criminale, che stavolta
il colpo lo ha sentito. Nell'inginocchiarsi a terra, presta il fianco ad un
facile attacco: cosa di cui Doc Samson approfitta con dei violenti pugni al
volto.
-Basta!-.
urla Bloodaxe e con un pugno allontana da sé lo psichiatra. Ma subito Falcon e
Redwing gli sono addosso.
-Andate
via!-.
E
con una manata riesce in questo intento. E poi tocca a Jeff, che si abbranca a
Bloodaxe colpendolo più volte sul retro del collo.
-Mi
sono stancato!-.esclama ancora Bloodaxe
E
girandosi va a sbattere contro un muro, facendo sì che sia Cap ad assorbire il
colpo. L'eroe non è più in grado di mantenere la presa e scivola a terra.
Bloodaxe
è irato con loro, ma anche affascinato. Non avevano alcuna speranza di
sconfiggerlo, eppure l'hanno affrontato comunque. E lo hanno tenuto in scacco
per più tempo del previsto. Questo comportamento merita rispetto.
Così
si alza in volo e si allontana dalla zona. Prima però Falcon ha un'ultima cosa
da dire:
-Dunque
stai fuggendo, eh? Lo sapevo, lo sapevo che eri solo un codardo!-.
Il
vigilante resiste alla tentazione di dare una severa lezione all'eroe e
scompare alla vista.
-Ah...- si lamenta Capitan America -Credo di aver battuto il record di costole
rotte in un mese. Che dici, Sam, ci siamo comportati bene?-.
-Alla
grande, amico mio. Sei stato fenomenale.-
-Anche
tu non sei stato male.-
-Ah,
molte grazie.-
-Abbiamo
bisogno di te, Falcon. I Vendicatori, la gente del tuo quartiere... tutti hanno
bisogno di un Sam Wilson deciso e sicuro. Lo stesso Sam Wilson che ho visto
oggi.-
-E
lo avranno, Jeff, lo avranno.-
.-Perfetto.
Ora mi daresti una mano ad alzarmi?-.
-Non
appena mi sarò rimesso in piedi anch'io. Diciamo tra mezz'ora circa. Perché,
hai fretta?-.
-No, io no.-
Elivelivolo
S.H.I.E.L.D.
Questo
imponente mezzo di trasporto è ammarato nell'Oceano Pacifico, per recuperare
quanto rimane delle navi aliene cadute in acqua. Un compito decisamente lungo.
A supervisionare le operazioni c'è ovviamente Nick Fury, il quale viene ad un
certo punto contattato dal Direttore Scientifico Sidney E, Levine, conosciuto
abitualmente con un nomignolo che porta orgogliosamente come una medaglia:.
<<Colonnello?
Sono Gaffer, il dipartimento ESP ha appena rilevato una tremenda onda psichica.
A quanto pare ha abbattuto i rimanenti Z'Nox: i sopravvissuti sono decisamente
pochi ed ormai stanno per essere debellati anche loro.>>
-Qualche
indizio sulla provenienza di quest'onda psichica?- chiede Nick.
<<Nessuno
finora.>>
-Continuate
a lavorare allora: è un'arma che non voglio lasciarmi sfuggire o far cadere in
mani nemiche. Fury, chiudo.-
In
quel mentre, si avvicina Valentina Allegro De
-Nick,
le operazioni di recupero stanno per concludersi. Che ne facciamo di queste
astronavi?-.
-Conosci
già la risposta. Le porteremo in una delle nostre basi segrete e le
analizzeremo a fondo per carpirne ogni più piccolo segreto. Siamo stati troppo
passivi ultimamente, Valentina, cosa che ha permesso all'HYDRA di attaccarci
due volte e di distruggere il nostro quartier generale. Quindi ora andremo al
contrattacco: troveremo alla fine un'arma fenomenale con cui distruggere
l'organizzazione di Strucker. Alla fine non rimarrà più nemmeno un braccio-.
-E
per quanto riguarda gli alieni catturati?-.
-Sì,
sono molti, non è vero? Il nostro centro di detenzione finirà con lo scoppiare.
Dovremo inventarci qualcosa, ma risolveremo anche questo problema, alla fine.-
EPILOGO
Queens.
Dopo
essersi ripresi, Capitan America, Falcon e Doc Samson riprendono la loro ricerca
di Vagabond e Sersi. Ad avere fortuna è Jeff Mace, che dopo pochi minuti le
nota in una piccola stradina insieme ad un altro,
che, a giudicare dall’altezza ed il colore della pelle, non può che essere una
sola persona.
-Sersi,
finalmente ti ho trovato.- esclama Cap.
La
suddetta persona si volta assieme a Sersi e
Vagabond e Cap ha la conferma di averlo
riconosciuto.
-Golia Nero, dunque anche tu sei dei
nostri.-.gli si rivolge.
-Queste
due donne hanno bisogno di assistenza.- ribatte Bill Foster senza perdersi in
convenevoli.
-E
l'avranno subito.- assicura Cap.
.Subito
sul posto giunge Leonard Samson, che riprende Priscilla e Sersi sotto la sua
ala protettiva. Una prima analisi gli mostra che l'invasione non ha riportato
gravi danni alla loro psiche: Sersi anzi pare come rinvigorita. Sempre che non
sia una maschera per coprire la sua angoscia.
-Golia
Nero- dice infine Jeff Mace -Per fermare definitivamente quest'invasione ci
sarà bisogno di tutto l'aiuto possibile: vuoi unirti a noi?-
-Non
chiedo altro- risponde l'eroe afroamericano.
In
breve il gruppo torna al Palazzo dei Vendicatori. Dopo aver fatto il suo
rapporto a Visione, Capitan America va a leggersi i file dei computer sugli
Z'Nox. Mentre è immerso nella lettura, qualcuno richiama la sua attenzione.
-Parlami di Dallas.- dice Atlas dei Thunderbolts.
CONTINUA
SU AVENGERS ICONS #38
NOTE
DEGLI AUTORI
Termina
qui questo primo annual di Capitan America che l’ottimo Fabio Volino,
coadiuvato dal sottoscritto, ha deciso di utilizzare per narrare alcune vicende
collaterali a quelle narrate su Vendicatori #66. Poche vere scene di battaglia,
però, ma alcuni spazi di approfondimento dedicati ai membri del nostro cast ed
alle loro vicissitudini personali.
Speriamo
che l’abbiate apprezzato e vi rimandiamo ai prossimi appuntamenti con la saga
degli Z’Nox e con il nostro Capitan America.
Carlo
& Fabio
APPENDICE
THE OFFICIAL HANDBOOK OF THE
MIT UNIVERSE:
CAPITAN AMERICA
di CARLO MONNI
Capitan
America I. Il gracile Steve Rogers non fu accettato
nell’esercito, ma era ansioso di fare la sua parte contro il nazismo. Accettò
di fare da cavia per il cosiddetto siero del supersoldato e fu trasformato nel
più perfetto esemplare di essere umano, le cui facoltà fisiche erano potenziate
al massimo grado. Con il nome di Capitan America combatté le forze dell’Asse ed
il Terribile Teschio Rosso su tutti i fronti di guerra. Pochi giorni prima
della fine della guerra in Europa lui ed il suo giovane compagno Bucky caddero
vittime di un attentato ordito dal loro arcinemico, il Dottor Zemo. Per decenni
Steve rimase in animazione sospesa per
poi risvegliarsi in un mondo in cui si sentiva fuori posto. Ancora una volta
affrontò nemici il cui desiderio era
negare agli altri esseri umani i loro diritti naturali ed altri nemici con
ambizioni meno grandi. Alla fine sembrò incontrare la morte durante un’impresa
eroica, ma la sua leggenda non era destinata a morire con lui.
Capitan
America II. Willam Naisland, era stato escluso anche
lui dall’Esercito, ma dopo il proditorio attacco giapponese a Pearl Harbour,
intendeva comunque fare la sua parte contro le forze nazifasciste. Assunse,
quindi, l’identità di Spirito del ’76 e vestito con abiti
dell’epoca coloniale americana, una mascherina domino a nascondere il volto ed
un mantello invulnerabile, combatté i Nazisti in Europa. Quando l’originale Cap
scomparve misteriosamente il 2 maggio 1945, lui fu selezionato per prenderne il
posto, Nel corso di una missione nell’autunno del 1946 fu ucciso da un malvagio
androide ed il manto di Capitan America fu raccolto da un altro avventuriero in
costume.
Capitan
America III. Il reporter Jeff Mace, ispirato da Capitan
America, aveva assunto l’identità mascherata del Patriota ed in
questa veste aveva guidato il supergruppo chiamato Legione della Libertà
contro spie, sabotatori e superesseri nazisti che minacciavano il fronte
interno durante la seconda guerra mondiale. Fu lui ad imbattersi nel morente
William Naisland e en prese il posto come Sentinella della Libertà, un compito
che portò a termine brillantemente fino al suo ritiro nel 1949.
Capitan
America IV. Era solo un insegnante di Storia
Americana ed un ammiratore fanatico di Capitan America. Un colpo di fortuna gli
fece ritrovare la formula del supersoldato e lui decise di usarla su se stesso,
ma prima si fece sottoporre a diverse operazioni di chirurgia plastica che lo
resero del tutto simile a Steve Rogers, nome che assunse legalmente nel 1953.
Quando divenne Capitan America, i suoi avversari furono soprattutto spie e
sabotatori comunisti. Purtroppo per lui un elemento d’instabilità nella formula
da lui assunta lo rese totalmente paranoico e costrinse il governo a metterlo
in custodia nel 1954.
Capitan
America V. Per breve tempo mentre Steve Rogers
giaceva ferito dopo una battaglia, Sam Wilson ne prese il posto perun po’,
primo afroamericano ad assumere quel ruolo,
e seppe tener alta la leggenda sino al ritorno in azione dell’originale
Cap.
Capitan
America VI. Durante un periodo in cui un disilluso
Steve Rogers aveva lasciato il ruolo di Capitan America per rivestire i panni
del supereroe Nomad, un ragazzo di nome Roscoe decise di prenderne il posto, ma
nel corso della sua prima missione fu ucciso dal Teschio Rosso.
Capitan
America VII. Il governo degli Stati Uniti reclamò per
se nome e costume di Capitan America e
li affidò a John Walker, un ragazzo della Georgia che desideroso di diventare
un simbolo americano si era sottoposto ad un processo di potenziamento fisico.
Walker fece del suo meglio, ignaro di essere una pedina del malvagio Teschio
Rosso. Alla fine abbandonò il ruolo e Steve Rogers riprese ad essere Capitan
America, mentre John Walker assumeva l’identità di U.S.Agent.
Capitan
America VIII. Quando l’originale Capitan America sembrò
morire in uno scontro col Teschio Rosso, toccò a Jeff Mace III, nipote di
Capitan America III, raccogliere la torcia di simbolo del Sogno Americano,
ruolo per cui era stato preparato sin da bambino. Tra dubbi, incertezze e
perfino sconfitte, Jeff Mace ha dimostrato ciò che vale e si è guadagnato il
rispetto di amici ed avversari.
I
COMPRIMARI
Falcon. Più
che un comprimario, è un vero coprotagonista della serie. Mentore, guida,
allenatore del nuovo Capitan America, Sam Wilson lotta sia come supereroe che
come Senatore di Stato in favore soprattutto della comunità nera di Harlem a
New York, ma fondamentalmente per tutti coloro che siano oppressi per motivi
sociali o razziali.
American
Dream. Elizabeth Mace è la sorella di Jeff ed è fermamente
convinta che avrebbe dovuto essere il primo Capitan America donna e così alla
fine ha deciso di diventarlo ugualmente. Ora combatte al fianco del fratello e
da sola.
J. William “Will” Mace. Il
padre di Jeff, Elisabeth e Roberta, ex diplomatico ed affiliato segretamente al
misterioso Battaglione V. È stato lui a
spingere Jeff a diventare Capitan America portando avanti le tradizioni di
famiglia.
Dorothy
Allison Mace. La madre di Jeff e degli altri, è uno
degli elementi di unione di questa famiglia di supereroi.
Roberta Mace. La
sorella minore di Jeff e Lizzie, studentessa universitaria. Almeno per ora è la
più normale della famiglia.
Joy Mercado. Combattiva
quanto bella giornalista della rivista Now, è una collega di lavoro di Jeff
Mace, ma forse anche di più, anche se la loro relazione è solo all’inizio.
Charlie Snow. L’anziano
direttore di Now combatte ogni giorno la sua battaglia privata con la bottiglia
e con un gruppo di giornalisti non molto disciplinati che sono, però, la sua
vera famiglia.
Steve Rogers. Un
tempo era Capitan America, ora ha ceduto il testimone alle più giovani
generazioni, ma il destino non ha ancora detto l’ultima su di lui.
I
NEMICI
Il Teschio
Rosso. Incarnazione vivente del Nazismo, è ancor oggi
la peggiore nemesi di chiunque si faccia chiamare Capitan America.
Il Barone
Zemo. Erede di un geniale scienziato nazista, Helmut
Zemo è uno degli alleati del Teschio Rosso, ma persegue anche i suoi piani
personali
La Baronessa. Heike
Zemo è la moglie di Helmut, ma ha anche i suoi piani personali da seguire e non
sempre coincidono con quelli del suo consorte.
I Figli del
Serpente. Organizzazione razzista che sogna un’America
bianca, anglosassone, e protestante, rappresenta tutto ciò che Capitan America
detesta.
E
con questo termina questo breve excursus nel mondo di Capitan America. Molto
altro ci sarebbe da dire, forse, ma ci vorrebbe una vera enciclopedia.
Non
mi resta che darvi appuntamento sulla serie regolare per nuovi e spero
appassionanti sviluppi della saga della Sentinella della Libertà.
Carlo
[1] Federal Bureau of Superhuman Affairs
[2] L’edificio che è la sede della Legislatura di Stato.
[3] Lo leggerete su Capitan America #35.
[4] Defense Intelligence Agency, il servizio segreto militare. Lizzie è entrata a farne parte ed è stata promossa maggiore in Cap #34.
[5] Come visto in Difensori #46/49.
[6]I gemelli David e Darren (Topspin) Mitchell sono, come Martin, nipoti dell’eroe della 2° Guerra Mondiale Trottola Umana.